MIO FIGLIO NON DORME O DORME MALE: DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI
I disturbi del sonno nei neonati e nei bambini sono più frequenti di quanto non si pensi. Dato che il sonno in queste fasi evolutive ha uno sviluppo variabile a seconda delbambino, nella valutazione dei disturbi del sonno devono sempre essere tenute presenti le variazioni fisiologiche legate all'età e la maturazione del ritmo sonno-veglia.
Due studi condotti in Germania rivelano che il 21% dei lattanti di 5 mesi e dei bambini di 20 mesi ha dei problemi a dormire ininterrottamente durante la notte, mentre all'età di 5 anni il 13% dei bambini ancora si sveglia durante la notte. A 56 mesi il 12% dei bambini ha dei problemi ad addormentarsi, mentre un bambino di 4-5 anni su quattro dorme insieme nel letto con i genitori. Il sonnambulismo e gli attacchi di paura durante la notte invece vengono riportati dai genitori solo nel 14% dei casi.
Quando è possibile parlare di disturbi del sonno?
Nelle varie fasi evolutive il sonno ha le seguenti caratteristiche, il neonato dorme dalle 16 alle 18 ore e si sveglia ogni 3-4 ore. Solitamente ci vogliono da 3 a 6 mesi fino a che si instaura un ritmo sonno - veglia adattato al ciclo giorno-notte; a questa età il lattante dorme di media 6 ore di fila. Durante il primo anno di vita il tempo di sonno totale si riduce a 14-15 ore, al compimento di 1 anno solitamente il bambino dorme per tutta la notte e il ritmo sonno - veglia è perlopiù consolidato riducendosi alle ore notturne e ad un riposo pomeridiano. Il sonnellino del pomeriggio viene sospeso intorno ai 3-4 anni e il sonno notturno si riduce ulteriormente fino a raggiungere nell'età prescolare e delle scuole elementari le 10-12 ore. Soprattutto nei primi anni di vita hanno un ruolo fondamentale quegli oggetti che permettono al bambino di tranquillizzarsi e di favorire il suo addormentarsi anche senza la presenza dei genitori o di altre persone di riferimento primario. Il 35% dei bambini in età prescolare e il 23% dei bambini in età scolare dorme in stanza con i genitori o addirittura assieme a loro nel loro letto.
Quali sono i disturbi del sonno più frequenti?
Le cause fisiche sono da considerare nei casi di disturbi alle vie respiratorie. L'apnea ostruttiva ad esempio può essere dovuta a tonsille molto grandi e frequenti infezioni che possono accentuare la sintomatologia. Le apnee dei neonati sono più frequenti nei pretermine e possono essere favorite dai movimenti della testa, da rigurgiti alimentari, da esposizione a nicotina e da una posizione prona o in decubito laterale. La percentuale di apnea ostruttiva nei bambini si aggira intorno al 2% e può accompagnare quadri comportamentali di iperattività motoria, difficoltà di concentrazione e impulsività. Le paure legate al sonno: spesso i bambini rimandano l'andare a dormire perché hanno paura del buio e/o della separazione dai genitori.
In questi casi i genitori dovrebbero prendere seriamente le paure dei loro bambini e cercare assieme a loro delle soluzioni per ridurre la comparsa di paure prima di andare a dormire, come ad esempio:
trasmettere al bambino sicurezza anche durante il giorno;installare una luce per la notte che il bambino può accendere e spegnere da solo;leggere al bambino una storia che tratta di un bambino che ha paura di addormentarsi di modo che il bambino si può confrontare con un'altra persona e provare le soluzioni proposte nei racconti.
Problemi ad addormentarsi e a dormire per tutta la notte senza svegliarsi: spesso i disturbi del sonno compaiono in presenza di un evento scatenante come ad esempio l'inizio della scuola o dell'asilo, un trasloco, conflitti con i coetanei o esperienze di separazione. In uno studio è stato dimostrato come la luce, il rumore e la disposizione fisica, come ad esempio un infezione, siano spesso legati a problemi quali il prendere sonno, il dormire senza svegliarsi durante la notte, la stanchezza durante il giorno, e anche a incubi ed episodi di paura notturna.
Una variabile da non sottovalutare in questo contesto è lo stress familiare.I disturbi del sonno solitamente non scompaiono con il risolversi o la riduzione della causa, ma necessitano di misure specifiche. Soprattutto è importante che vi sia un ritmo sonno-veglia regolare stabilito con il bambino che preveda l'inclusione di regole e rituali. Sono soprattutto importanti orari regolari per l'andare a letto e la sensazione di sicurezza. Se ai risvegli notturni i genitori rispondono con troppe attenzioni, il bambino può imparare che "se mi sveglio la notte, la mamma e il papà mi stanno più vicino che di giorno; mi conviene svegliarmi la notte!".
I bambini che durante il giorno ricevono sufficiente affetto dai genitori tendono a svegliarsi meno la notte per richiamare l'attenzione. Incubi, sonnambulismo e paura notturna: questi disturbi del sonno compaiono nel quadro dello sviluppo normale e nella maggioranza dei casi non sono situazioni patologiche. Se compaiono raramente e non portano a complicazioni non devono quindi essere motivo di preoccupazione.
La paura notturna (pavor nocturnus) è caratterizzata da uno o più episodi di forte paura, movimenti corporei, tachipnea e sudorazione profusa. Al mattino il bambino come per il sonnambulismo non ricorderà nulla. Gli incubi invece non avvengono durante il sonno profondo, ma nella fase REM, solitamente dopo la mezzanotte. I bambini si svegliano in seguito a sogni paurosi e minacciosi. Farsi raccontare il sogno e consolare il bambino lo aiutano molto.
E' possibile aiutare i bambini con incubi frequenti trasmettendo loro un senso di sicurezza anche durante il giorno;controllando se il bambino ha visto programmi alla televisione o letto fumetti che possono mettere paura;installando una luce notturna di modo che il bambino quando si sveglia nella sua stanza riesce ad orientarsi meglio;un peluche può aiutare il bambino a sentirsi meno solo e più sicuro durante la notte.
Se vi sono sogni ricorrenti è molto utile chiedere al bambino di disegnare il sogno e cercare di riconoscere possibili "soluzioni". Ripetendo questo procedimento lo svolgimento del sogno si modifica e con il tempo l'incubo scompare. Atteggiamenti di rifiuto: non di rado durante lo sviluppo si presentano conflitti e lotte per l'andare a letto. I bambini si rifiutano di andare a dormire e vorrebbero rimanere ancora svegli o giocare. Più i bambini si rifiutano e più i genitori si arrabbiano fino a perdere la pazienza, diventare aggressivi o non saper più che fare. Si crea un vero e proprio circolo vizioso che si ripete tutte le sere e che porta ad un atmosfera di tensione nella quale il bambino si addormenta solo dopo estenuanti lotte. Per uscirne sono di aiuto delle regole appropriate e dei rinforzi positivi.
Centro Psicologico Amamente
Dott.ssa Anna La Guzza
Cell.3311842704
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Lehmkuhl G, Fricke-Oerkermann L, Wiater A. Schlafstörungen in Kindersalter und ihre Behandlung. Kinderkrankenschwester 2007; 26: 254-257.
Adattamento e traduzione a cura di Stella Neri, Sezione di Scienze delle Professioni Sanitarie, Università di Firenze
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